Razionalescientifico:
La chirurgia tiroidea ha raggiunto, oggi, un elevato grado di standardizzazione delle procedure, che ha ridotto drasticamente i tempi di recupero del paziente e la durata della degenza, e minimizzato il tasso di complicanze.
Tali risultati sono raggiungibili in virtù di un elevato grado di super-specializzazione e di un alto volume di attività in ambito diagnostico e chirurgico, oltre che della disponibilità e capacità di strutturare un percorso multidisciplinare in ogni azienda sanitaria in cui tale chirurgia venga praticata.
L’introduzione di presidi tecnologici (strumenti ad energia, sistemi per l’identificazione dei nervi laringei e per la valutazione intraoperatoria della loro funzione, dispositivi per l’individuazione delle paratiroidi, tecniche minimamente invasive video-assistite) ha ulteriormente implementato tale settore della chirurgia, imponendo tuttavia uno “stato dell’arte” ad elevata performance che necessita di un conseguente adeguamento culturale.
Il Master in Chirurgia della Tiroide si propone, attraverso lezioni frontali di aggiornamento, ma anche dello strumento didattico della chirurgia in diretta, della discussione di casi clinici e delle esercitazioni in sala di anatomia, di aggiornare, al chirurgo che vuole dedicarvisi, i fondamenti principali e le procedure in linea con le conoscenze attuali, proposti da docenti ed esperti italiani e stranieri di chiara fama.
L’obiettivo è acquisire un bagaglio culturale ampio e aggiornato sull’anatomia, sulla fisiopatologia, sui percorsi assistenziali e sui principali interventi chirurgici e la comprensione dell’autonomia tecnica necessaria nelle principali procedure.
Il Master in Chirurgia Tiroidea si rivolge a specialisti chirurghi formati, preferibilmente strutturati o strutturandi in aziende sanitarie/ospedaliere, che intendano specializzarsi in materia per accrescere il loro livello di competenze introducendo, ciascuno nella propria azienda, i percorsi assistenziali corretti per l’implementazione di questa tipologia di attività la cui richiesta nel territorio non può essere soddisfatta, allo stato attuale e soprattutto dopo gli inevitabili rallentamenti conseguenti alla recente pandemia, nei tempi prestabiliti, alla luce dell’esiguo numero di centri in cui essa è correntemente praticata.